La tristezza è un’emozione umana e in quanto tale, tutti prima o poi ci sentiamo “giù”. Per alcuni può essere dipeso dalla fine della relazione col partner, per altri dalla discussione con una persona importante o da una questione non risolta. Altri ancora credono di avere sfortuna, oppure si può credere di avere un umore depresso per lo stress cui si è sottoposti al lavoro, o ancora lo si può attribuire a fattori genetici…
A prescindere dalle cause che hanno portato ad un calo dell’umore, se questo persiste per diversi giorni, occupando la maggior parte del nostro tempo, è possibile stiate vivendo una depressione.
Se così è, nella maggior parte dei casi si può pensare di ricorrere ad un sostegno esterno. Una volta che la persona decide di risollevare il proprio umore ricorrendo ad un valido aiuto, in genere le si aprono due porte: ricorrere ad un trattamento farmacologico o ad un sostegno psicologico (questo non significa certo che l’una escluda necessariamente l’altra).
Ora sì che l’idea sul perchè il nostro umore si sia depresso può giocare un ruolo non indifferente…
Nel senso comune, anni di letteratura su Freud, hanno diffuso la credenza per cui se si soffre di un problema psicologico, le cause sono da attribuirsi a difficoltà durante la crescita o a relazioni conflittuali con importanti persone durante la crescita.
Se così si ritiene, è facile che la persona decida di rivolgersi ad uno psicoanalista o ad un terapeuta di approccio psicodinamico in genere ma, soprattutto per chi crede che la propria depressione sia dovuta a fattori genetici o caratteriali, si può rischiare di rinunciare ad un valido trattamento psicoterapico, limitandosi magari alla sola assunzione di farmaci.
Può essere utile sapere dell’esistenza di approcci psicoterapici che non escludono affatto il modo di pensare della persona. La terapia cognitivo-comportamenatale si basa su un consolidato modello in tal senso.
Il depresso tende ad esprimere il proprio malessere dicendo che “Le cose vanno male“; “é stata tutta colpa mia“, “Non c’è soluzione“, “Sarà sempre peggio“…
L’autocriticarsi, l’attibuirsi la colpa, la visione pessimistica sul futuro, il non temere la morte o addirittura il desiderarla, sono modalità di pensiero alla base del disturbo depressivo.
La terapia cognitiva comportamentale si focalizza proprio su questi ed è su questi pensieri che spiega l’insorgenza dei sintomi più evidenti al depresso (demotivazione, senso di mancanza di energie, calo di appetito e difficoltà nel sonno, etc.).
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